COSA SI APPRENDE DALLO S.K.J. “Shaolin Kenpo Jutsu”  - S.I.S.K.J. (Scuola Italiana “Shaolin Kenpo Jutsu”)       
   
L’uomo non è fatto di soli muscoli e preferiamo considerarlo come FUSIONE di “CUORE CORPO MENTE”.
Similmente anche lo sho – kenpo –ju  vogliamo proporlo come FUSIONE DELLE NOBILI ARTI MARZIALI IN UN'UNICA ARTE.

Da noi non impari separatamente, Karate, Judo, Iaido,  Aikido o altre singole discipline marziali: 
da noi puoi apprendere una SCELTA RIELABORATA di tutte queste Arti con delle tecniche  “non scenografiche” ma tecniche, contestualizzate al tempo storico in cui viviamo e nella speranza di non doverne mai fare uso, ma utilizzarle per un benessere personale.
Non dimentichiamo mai che: più forti siamo e meno paura avremo e meno ci dovremo vergognare di mostrarci deboli.  E’ la paura a renderci aggressivi e conflittuali. Inoltre la nostra sicurezza scoraggerà chi ci vuole colpire. Educare alla consapevolezza ed alle conseguenze ci porterà spontaneamente ad evitare ogni forma di violenza sia fisica che verbale.

Lo S.K.J. è acqua.
Lo skj si serve di tutte le tecniche, di tutti i metodi e gli stili, senza farsene condizionare o rimanerne vincolato, per forgiare individui padroni del proprio corpo e dell'"Arte del Pugno" e non individui schiavi di una tecnica schematica.
Come l'acqua, il combattimento non ha forma, come l'acqua è flessibile e si adatta alle varie situazioni che incontra.

Sii acqua, amico mio, non dimenticarlo mai.

Lo S.K.J è una linea retta.
Per capire lo skj bisogna gettare alle ortiche tutti gli schemi, tutti i modelli, tutti gli stili e lo stesso concetto rigido di "cosa è" lo skj.
Lo skj rifugge dal superficiale, penetra nella complessità, va dritto al cuore del problema e ne individua i fattori chiave. Non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie.
L'Arte dello skj , la sua più vera essenza, consiste nel semplificare.

La distanza più breve tra due punti è la semplicità.

Lo S.K.J è volontà illuminata dall'intuito.
L'allievo deve affrontare lo skj con l'idea di dominare la volontà. Non deve pensare all'esito del combattimento, se vincerà o se perderà. Deve dimenticare orgoglio, limiti, vincoli e paure paralizzanti. Deve lasciare che la natura segua il suo corso assecondandola e così i suoi strumenti colpiranno al momento giusto.
Mentre durante l'allenamento l'allievo sarà attivo e il più dinamico possibile, durante l'incontro egli resterà calmo e imperturbabile, come se non avvertisse la drammaticità dell'evento che sta svolgendosi. Nulla della sua espressione rivelerà che è impegnato in una lotta.

Vuota la coppa dentro di te affinché possa essere riempita.
Non opporti alla forza , ma deviala.